“Mi felicito con il nostro Dürer: egli è un artista degno di non morire mai.” Erasmo da Rotterdam, Lettere a Pirckheimer
Albrecht Dürer (Norimberga, 1471 – ivi, 1528) è stato uno dei massimi artisti europei, il primo tedesco il cui nome abbia avuto una risonanza internazionale, riconosciuta già dai contemporanei: Vasari stesso ne darà atto nelle Vite:
“E nel vero, se quest’uomo sì raro, sì diligente e sì universale avesse avuto per patria la Toscana […] sarebbesi stato il miglior pittore de’ paesi nostri“
Apprendista nella bottega di oreficeria del padre, Dürer rivelò da subito capacità straordinarie, un’acuta sintesi grafica, un segno sintetico ed espressivo. A soli diciannove anni, dopo un periodo trascorso presso il pittore Michael Wolgemut, esordì nel panorama pittorico con un capolavoro: Il Ritratto del padre.
Subito dopo il padre lo spinse a viaggiare per quattro anni in Europa settentrionale, dove entrò in contatto con i maggiori artisti tedeschi e fiamminghi. Tornato a Norimberga per sposarsi, ripartì successivamente per Venezia, dove rimase un anno. In questo periodo, entrò in contatto con i più grandi pittori veneti: si ricordano qui, ad esempio, Bellini, Vivarini, Carpaccio. In questo periodo, Dürer iniziò i suoi studi sulla struttura e sulle proporzioni del corpo umano. Quando, ormai artista maturo e riconosciuto a livello internazionale, tornerà in Italia, conoscerà, oltre a Giorgione e Leonardo, Frá Luca Pacioli, autore del Divina Proportione. Lui stesso scriverà alcuni trattati, tra cui Della Simmetria de i Corpi Humani, suddiviso in quattro libri e contenente 133 xilografie.
Dal contatto con il ricco mondo italiano nascono molti capolavori: i numerosi autoritratti, la famosissima xilografia raffigurante Adamo ed Eva, i primi nudi a grandezza naturale della pittura tedesca, ma anche i maestosi Quattro Apostoli. In seguito a questo periodo videro la luce anche le grandi serie di incisioni: la Vita di Maria, Il Cavaliere, la Morte e il Diavolo, la Melancolia I. Tutte queste incisioni svolsero un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’arte europea tutta, grazie alle caratteristiche di riproducibilità e di facilità di trasporto proprie delle tecniche a stampa.
Dürer, con le sue xilografie, dimostrò come il solo accostamento di bianco e nero fosse sufficiente ad esprimere il mondo interiore dell’artista e la stampa, nuova forma d’arte, possiede già un proprio linguaggio altrettanto incisivo di quello pittorico ed autonomo da qualsiasi modello.
APPROFONDIMENTI
BIBLIOGRAFIA
A. Alberti, R. Ferro, Gli autori della Porta dell’Onore, in Le finzioni del potere. l’arco trionfale di Albrecht Dürer per Massimiliano I d’Asburgo tra Milano e l’impero, a cura di A. Alberti, R. Carpani, R. Ferro, Milano, Officina Libraria, 2019, pp. 33-44.