Il grande Carro trionfale

Copia da Albrecht Dürer
Il grande carro trionfale dell’imperatore Massimiliano I1610
Acquaforte – tre lastre: mm 210 × 250, mm 122 × 350, mm 122 × 410
in Willibald Pirckheimer, Melchior Goldast, V. Illustris Bilibaldi Pirckheimeri […] Opera Politica, Historica, Philologica Et Epistolica – Cum Alberti Dureri Civis Norimbergensis Vulgo Apellis Germanici dicti, figuris Aeneis. Adiectis Opusculis Pirckheimeri auspicio concinnatis […], Francofurti, Ioh. Bringerus, 1610, tavv. 1-3; Bibl. Naz. Braidense VV.11.030

 

La Porta dell’Onore di Massimiliano faceva parte di un sistema complesso che insieme al corteo del Triumphszug (1516-1518) e al Carro trionfale costituiva un monumentale programma grafico di straordinario impatto visivo e orginalissima creazione. Con grande originalità si intendeva utilizzare la stampa per un programma propagandistico da diffondere per l’impero.
La processione e il Carro convergevano verso l’Arco, con il loro corteggio di centinaia di figureche si estendevano per una superficie totale di circa 55 m.
Il modello era costituito dai trionfi all’antica, la cui magnificenza aveva da sempre colpito l’immaginario dei lettori di libri classici, e aveva trovato nuove reinvenzioni nei trionfi di Mantegna, nelle creazioni di Petrarca, nelle fantasiose invenzione dell’Hypnerotomachia Poliphili. A trasformare le idee di Massimiliano in un progetto concreto furono Johannes Stabius, Willibald Pirckheimer,e molti artisti tra cui Albrecht Dürer.
Il punto più significativo della sfilata era Grande Carro di Dürer, a cui l’artista lavorò a lungo
Nel 1512 fu prodotta una prima versione, il cosiddetto “Piccolo Carro”, che rivela concordanze significative con altre opere propagandistiche prodotte nella corte asburgica. Massimiliano non riuscì a vedere il progetto finito: solo nel 1522, dopo la sua morte, vie infatti la luce la versione conclusiva del Grande Carro. La creazione rispettava le ultime disposizioni di Massimiliano, risalenti al 1518, ma fu stampato per iniziativa privata, per esclusivo interessamento dello stesso Dürer, che dedicò l’opera a Carlo V.
La Biblioteca Nazionale Braidense conserva la versione del 1522, attraverso l’esemplare riprodotto nell’Opera politica, historica, philologica et epistolica di Pirckheimer, edita da Melchior Goldast nel 1610.
La stampa non presenta gli otto fogli originali prodotti da Dürer, ma una “sintesi” del disegno su tre matrici, ognuna con diverse misure, che conserva comunque il fascino dell’invenzione orginaria.Il Carro di Trionfo di Albrecht Dürer mostra l’imperatore Massimiliano I su un carro trainato da sei cavalli. L’imperatore sorregge una palma e una Vittoria sta posizionando sulla sua testa una corona d’alloro; anche le altre Virtù, presenti in parte sul carro e in parte vicino ai cavalli, sorreggono una corona d’alloro.
Il carro è guidato dalla Ratio (la ragione), e le redini dei cavalli sono comandate dalla Nobiltà e dalla Potenza.

Le ruote del carro sono adornate dei simboli di Massimiliano I, ovvero l’aquila distesa e i simboli della Borgogna, e sono chiamate “Magnificenza”, “Dignità”, “Gloria” e “Onore”. Così Massimiliano I voleva essere ricordato nella storia. Ad accompagnarlo nella sua sfarzosa parata trionfale, simbolo di una cultura basata sulla Festa, non vi erano solo elaborati apparati effimeri dediti all’adorno della città, ma dei complessi manufatti ricchi di significati simbolici e, come mai era stato possibile in passato, dotati di un enorme accessibilità.

Un vero peccato che Massimiliano I non abbia potuto vedere ultimato il frutto della sua ambizione, ma questa memoria postuma realizzata da Albrecht Dürer e Willibald Pirckheimer sicuramente è riuscita nell’intento di imprimere la Magnificenza dell’imperatore del Sacro Romano Impero.