Riportiamo di seguito il testo della Clavis nella traduzione di Giovanni Gobber.
La Porta dell’Onore del serenissimo potentissimo imperatore e re Massimiliano, nella forma che avevano, in tempi antichi, gli arcus triumphales innalzati dai romani imperatori nella citta di Roma, dei quali alcuni sono spezzati e altri si vedono ancora – da me, Giovanni Stabio, della stessa romana imperiale maesta storiografo e poeta, e stata eretta e divisa in sette parti, come qui appresso e rappresentato e in questo scritto con chiarezza descritto. La prima parte: le tre porte grandi visibili in basso. La seconda parte: la grande torre, che con le sue parti sta sopra la grande porta mediana. La terza parte: le raffigurazioni dei grandiosi avvenimenti e della fortuna dell’imperatore Massimiliano, disegnate nei riquadri superiori e inferiori al di sopra delle due porte piccole. La quarta parte: imperatori e re valorosi prediletti fra tutti gli altri, che attorniano i riquadri superiori. La quinta parte: parentela, alleanza e affinita, racchiuse nei riquadri inferiori. La sesta parte: le due torri che stanno alle estremita, superiore e inferiore, della Porta dell’Onore. La settima parte: gli ornamenti con cui questa Porta dell’Onore e qui e la rivestita. E in fronte, al di sopra delle vittorie, sui due lati del titolo della Porta dell’Onore, stanno due araldi con due trombe che chiamano tutti a raccolta e annunciano la maesta, l’onore, la nobile origine, la potenza, la parentela, le alleanze, e le imprese onorevoli di questa Porta dell’Onore, come vi sono concepite e descritte. Del pari, le porte o portali contengono, scritti, i titoli del loro significato. Ovvero, la grande porta mediana ha la maggior dignita ed e chiamata Porta dell’Onore e fa comprendere che l’onore e un compenso della virtu e della fama, e poiché l’imperatore Massimiliano ha compiuto molte imprese virtuose e gloriose, che sono qui in parte indicate, a lui e aperta ed eretta questa porta, che il suo imperiale animo ha percorso con grandi onori. La potenza che ha questo imperatore si manifesta anche nella corona del Sacro Romano Impero, insieme alla sua maesta su quei regni di cui e erede e successore, i quali sono indicati dai molti stemmi di Regni, Arciducati, Ducati, Margraviati, Langraviati, Contee palatine, Principati, Contee principesche, Contee e signorie che per il tramite della citata Maesta Imperiale sono giunti alla lodevole casa d’Austria, i quali stemmi sono collocati in ordine sopra i due lati di queste porte, con i nomi e le raffigurazioni, ossia nei lati superiori quanto per eredita e antica consuetudine pertiene alla terra austriaca, e nei lati inferiori i regni d’Ispagna e Burgundia, che sono giunti alla casa d’Austria con matrimoni. Del pari, la porta sul lato superiore e chiamata la Porta della Lode, per significare che al giusto onore si aggiunge, primeva, lode e dignita, e per questo si trova, come conviene, sul lato superiore di questa imperiale Porta dell’Onore. Del pari, la terza e chiamata la Porta della Nobilta ed e collocata nel lato inferiore della Porta dell’Onore, con le molte alleanze parentele e affinita. Sulla torre mediana traversata dalla grande Porta dell’Onore vi e la genealogia della stirpe e della duratura antica discendenza della lodevole casa d’Austria, dalla quale questo imperatore ha ricevuto la beata sua origine, e in basso siedono dapprima tre figure femminili, che significano le celeberrime famose nazioni e territori di Troia, Sicambria e Francia, ed e da intendere che la stirpe maschile dei Merovingi dei primi re di Francia e originata dal magnanimo Ettore di Troia in linea diretta discendente, e che gli stessi conquistarono e presero i territori Pannonici, ora Ungheria e Austria, come pure la Sicambria da questa parte del Reno, e sono stati chiamati Sicambri e in seguito Franchi, e poi, allo stesso modo, misero tutte le Gallie sotto la loro autorita e il loro governo. E sebbene molti re pagani rientrino in questa stirpe, da un genitore all’altro, qui non sono indicati né inseriti: questo e stato tralasciato perché non hanno avuto il battesimo cristiano e la fede, e pertanto la genealogia odierna e iniziata con Clodoveo, primo re cristiano della citata regia discendenza maschile Merovingia e Franca, dalla quale dunque questa genealogia, passando di persona in persona, cioe da un padre all’altro, attraverso vari eventi e storie, continua e giunge ai Principi d’Asburgo, e da questi agli Arciduchi d’Austria, fino all’odierno imperatore Massimiliano. Lo stesso imperatore Massimiliano, che in posizione suprema e seduto nella sua maesta imperiale, come e raffigurata ai nostri occhi, trova assisa, al lato superiore, sotto a sua Maesta, la di lui consorte donna Maria, erede di Borgogna, nata da padre e madre dell’odierna famiglia reale di Francia. Sull’altro lato, donna Giovanna regina di Spagna, anch’essa nata da padre e madre della famiglia reale di Spagna e Castiglia; e sul lato superiore, sopra la citata consorte di sua Maesta, siede donna Margherita d’Austria e Borgogna, figlia unica della Maesta Imperiale, splendore fra tutte le donne. Poi, dall’eccelsa dignita della Maesta Imperiale, questa genealogia e fatta discendere con i suoi rami e frutti, e al di sotto della Maesta Imperiale sta il serenissimo nobilissime principe Filippo, unico figlio di sua Maesta, avente sul lato destro i serenissimi nobilissimi principi, Carlo e Ferdinando, figli dello stesso Re Filippo e di donna Giovanna re e regina d’Ispagna e Castiglia; e sul lato inferiore, donna Leonora, donna Isabella, donna Marta, e donna Caterina, figlie degli appena citati re e regina d’Ispagna e Castiglia. Del pari, ai due lati della torre, accanto all’albero genealogico, stanno anche gli stemmi, dei quali prima si e data menzione. E al di sopra della Maesta Imperiale sono raffigurate le ventitré vittorie, che sono le immagini di donne alate che hanno allori o serti onorifici, i quali significano che fin dall’antichita l’albero d’alloro e attributo della Victoria. Di lauri erano coronati anche i victores. E poiché lo stesso albero del lauro resta sempre verde e mai perde le foglie, la vittoria equa giusta rimarra, senza sosta, verde e imperitura nella memoria dei posteri e l’importanza di tali vittorie sara espressa in modo appropriato nei versi sovrascritti. Del pari, nel Tabernacolo sopra al Titolo vi e un mistero delle antiche scritte Egiziane, proveniente dal re Osiride, che, letteralmente e interpretato nel senso che Massimiliano, príncipe sopra a tutti probo, magnanimo, potente, forte e previdente, signore di fama immortale eterna e lodevole, nato di antica stirpe, adorno di tutti i doni della natura, maestro eccelso di arti e saperi, Imperatore Romano, e signore potente di gran parte dell’orbe terrestre, ha conquistato con mano guerresca, elevata modestia e splendida vittoria il potentissimo qui indicato sovrano, cosa che tutti ritenevano impossibile e pertanto egli si e con intelligenza protetto e difeso dalle insidie di questo suo nemico. La terza parte. Del pari, su entrambi i lati sopra alle due porte sono Ventiquattro stellagia o riquadri, e dentro vi sono raffigurate ventitré materie onorevoli e lodevoli, e il loro significato e indicato sopra a ciascuna nei versi sovrascritti, e di tali fatti ed avvenimenti si trovano racconti e spiegazioni in molti altri libri, e per questo non vi e qui bisogno di scriverne oltre. La quarta parte. Parimenti, gli Imperatori e i Re, che sul lato superiore attorniano gli stellagia dei grandi avvenimenti e delle materie onorevoli, sono presi e scelti dal Catalogo, ovvero elenco completo di tutti gli Imperatori e re, in quanto i piu eccellenti e onorevoli, e sono collocati in ordine attorno alle porte della lode, per significare e indicare che l’imperatore Massimiliano e scelto e collocato nel novero di costoro in modo equo, a motivo di sua virtu e fedelta, ed e a loro associato in eterno, in pari lode e onore, perché il Sacro Romano Impero e altre sue terre di cui e erede sono da lui governate con clemenza e virtu in giustizia pace e quiete, e chi queste ha in spregio egli ha colpito con energia, e lo fa ogni giorno, e sara cosi ancora a lungo, per grazia di Dio. La quinta parte. Parimenti, i re e altri potenti principi e signori, che sul lato inferiore, con i loro stemmi e nomi, attorniano gli stellagia con le raffigurazioni delle materie circa le imprese onorevoli, della Maesta Imperiale designano gli alleati per parentela e affinita, e i gradi di tale alleanza, che sono ordinati per cifre. E qui vi e una piccola parte di questi alleati per parentela e affinita; a essere indicati e descritti, per ciascuna Corona, casato e famiglia, sono non piu di uno o due e pochi sono in tre fra coloro che vissero al tempo di Massimiliano, e in parte sono ancora in vita. Poiché se fossero inseriti tutti coloro che intrattengono con la Maesta Imperiale siffatta parentela e affinita questa Porta dell’Onore, pur cosi grande, sarebbe troppo piccola, affinché costoro vi fossero compresi. Tuttavia, se ne trovera breve nota in altri libri. E poiché la lodevole casa d’Austria si e diffusa ampiamente in tutta la Cristianita con le alleanze, la Porta della Nobilta e adeguatamente decorata con re, príncipi e personalita di illustri natali. La sesta parte. Nella stessa parte ci sono due torri, ciascuna della quali e collocata sul luogo della Porta dell’Onore, e vi e significato in quali lodevoli benedette e giovevoli cose la Maesta Imperiale si sia esercitata fin dalla gioventu e ancora vi si impegni quotidianamente. La prima: richiedere la grazia divina. Poi, la capacita e il governo nel mondo, il ritrovamento delle vesti del nostro creatore e salvatore Gesu Cristo, che e rimasto nascosto per secoli in Trier, e in seguito l’elevazione e la Canonizzazione del santo Leopoldo, benigno principe d’Austria. Anche l’artiglieria, la caccia principesca, l’architettura, l’esercizio di piu lingue straniere, i giochi equestri e altre opere cristiane e opere buone; molte sono state compiute e altre la Maesta Imperiale ha in animo, con tutto il cuore, di intraprendere e compiere, come la fondazione ed erezione dell’ordine di San Giorgio, e anche la trasformazione delle case d’Austria e di Borgogna in regni; parimenti, una crociata comune contro gli infedeli con l’aiuto di tutti i re e principi cristiani, e ancora la realizzazione del proprio sepolcro principesco di Maesta Imperiale decorato con molti nuovi ritrovati, e meravigliosi tesori e gioielli, pietre nobili, oro, argento e altre cose eccellenti; ancora, la conservazione del culto divino, il sostentamento del clero e la cura per i poveri e inoltre l’onorato sepolcro dell’Imperatore Federico terzo. Poiché tuttavia tali materie non sono cosi dignitose, ma vanno solo ritenute degne di ammirazione per gli altri, che siano mossi al buon esempio, sono state collocate non in questa porta dell’onore, ma ai lati della medesima porta dell’onore, insieme ai versi che ne danno spiegazione. La settima parte. In basso, accanto alla grande Porta dell’Onore stanno due Arciduchi d’Austria nei loro ornamenti, uno e sul lato superiore ed e armato, e un altro, in abito principesco senza armatura, e sul lato inferiore; ciascuno, a proprio onore, hanno un servitore con stemma e vessillo. Da questi Arciduchi e dato comprendere che tutti i futuri principi d’Austria, come pure tutti gli altri signori potenti, i quali vogliano varcare la porta dell’onore devono essere non soltanto esternamente adornati con vestiario principesco e armatura, ma anche interiormente, con tutte le virtu di un principe. E quello in armi sta a indicare che l’amministrazione della giustizia, anche per mantenere territorio e popolo in pace e quiete, agendo contro i malvagi. E quello vestito senza armatura indica che si deve amare la giustizia e si deve riconoscere e attribuire una giusta sentenza tanto al povero quanto al ricco. E poiché l’Imperatore Massimiliano e adorno di tutte le lodevoli virtu principesche, ed e passato per queste tre porte con grande lode e onore: ogni futuro principe d’Austria e altro potente signore che voglia porsi come esempio la vita magnanima, principesca, valorosa e virtuosa di questo imperatore potra anch’egli attraversare tale porta con lode e onore. Al di sopra dei medesimi Arciduchi d’Austria, nelle colonne minori prossime alla grande porta stanno appese alcune sirene e, come e spiegato in altri libri, stanno a significare le tempeste marine e altre avversita nascoste; presso i poeti antichi esse, con il loro canto suadente, hanno fatto naufragare le navi, e ora sono chiamate la cagione delle comuni avversita di questo mondo. Tuttavia, non hanno arrecato offesa o danno alcuno a questa nobile porta dell’onore, e con l’aiuto di Dio non potranno farlo in eterno. Del pari, sulle colonne grandi, da entrambi i lati, prossime alle sirene, vi sono altre raffigurazioni poetiche, chiamate Arpie, descritte da Virgilio con viso di vergine, corpo sporco, membra difformi, e sempre pallide, affamate e avide, da cui si desume che l’Imperatore Massimiliano ha coltivato i suoi cospicui beni ai fini dell’onore e non si e mai lasciato soverchiare da passioni insane. Ugualmente, sulle due colonne grandi, poste alle estremita degli stellagia, sono collocati due santi. Sulla colonna superiore e Sant’Arnolfo, vescovo di Metz, che ha benedetto questa famiglia (dalla quale egli stesso veniva) e l’ha consacrata, affinché in eterno cresca e aumenti in virtu e dignita principesche. E sulla colonna inferiore e San Leopoldo il pio, principe d’Austria, affinché, con questa benedizione benignamente guidi questa famiglia e, con l’aiuto di Dio, la protegga e la difenda in eterno. Sui capitelli sopra le altre quattro colonne grandi stanno i quattro serenissimi potentissimi imperatori Romani e Re, Rodolfo il bellicoso, Alberto il vittorioso, Alberto il fortunato e Federico il devoto, che insieme all’Imperatore Massimiliano sono sorti dalla casa d’Austria e dal principato d’Asburgo, e sebbene essi siano collocati nell’albero genealogico, sono tuttavia riprodotti anche nelle colonne, poiché hanno reso vieppiu illustre la lodevole casa d’Austria. Del pari, all’estremita superiore delle stesse quattro colonne grandi siedono quattro grifoni, che l’Imperatore Massimiliano ha eletto a divisa o livrea della propria Maesta. Ovvero, i due presso la grande torre della discendenza per il sangue, tengono le fortunate insegne dell’ordine e della societa del nobile Tosone o Vello d’oro di Borgogna. Degli altri due all’esterno, uno e sul lato superiore e tiene il melograno, divisa o livrea dell’Imperatore Massimiliano, scelto da sua Maesta in gioventu, a significare che, sebbene un melograno esternamente non abbia una forma bella né un profumo dolce, tuttavia internamente e ricco di molta nobile dolcezza e di chicchi succosi: cosi anche sua Maesta Imperiale si e proposto di piantare e manifestare tale decoro e benevolenza con il tempo, giorno dopo giorno. Del pari, sul lato inferiore della colonna grande, all’esterno, e seduto il quarto grifone, e tiene il motto della Maesta Imperiale: «Tieni misura», che significa: sebbene egli sia stato e sia un Imperatore Potente, un Principe caparbio e valoroso, tuttavia egli ha sempre usato la prudenza di tenere la misura in tutte le cose. Ugualmente, sopra le due porte, cioe della lode e della Nobilta, e posto quale ornamento il lodevole ordine del Tosone o Vello d’oro, che il lodevole principe di Borgogna, il Duca Filippo il buono, inizio e istitui. Del pari, sui due lati al di sopra dell’ordine del Tosone o Vello d’oro stanno due Cupidi, figli di Venere, i quali annunciano, come in un’ovazione, che questo Imperatore Massimiliano ha compiuto molte imprese, e presso gli antichi Romani questo era un onore, quasi pari a un trionfo; e gli imperatori cui era manifestato quest’onore venivano incoronati con il ramo e il fogliame dell’albero mirto, che e dedicato a Venere, stella della gioia. E poiché tale ovazione sembra avere meno prestigio, accanto a tante imprese valorose e degne di Trionfo nelle vicende dell’Imperatore, avendone data sufficiente indicazione con i due Cupidi, figli di Venere, cosi anche presso ciascuno di questi Cupidi stanno due altri Cupidi, con le tube, ad annunciare tale ovazione – e di questo si da descrizione piu ampia e precisa in un altro libro. Del pari, accanto alla grande torre, sotto agli araldi e sopra ai grifoni, vi sono due rivestiti di armature antiche, con due antichi vessilli Romani, ossia quello sul lato superiore un’aquila e quello sul lato inferiore un dragone – emblemi che i Romani, ai loro tempi, erano assai soliti portare e usare nelle loro guerre, e quelli che portavano tali vessilli erano chiamati Aquiliferi e Draconiferi, ovvero portatori di aquile e draghi. Ora, poiché l’imperatore Massimiliano e stato lodevolmente eletto alla schiera degli stessi Imperatori Romani e Re, e la Corona romana e stata portata da sua maesta con grandi onori, ecco che anche la sua porta dell’onore e stata elevata ed eretta in forma di Arcus triumphalis. Come e giusto, anche i due aquiliferi e dragoniferi, insieme alle loro tube e trombe, sono collocati a eterna memoria in questa porta dell’onore. Del pari, i fuochi che qua e la si librano sulla porta dell’onore sono fatti per dar luce a tutto l’onore e lode di questa Maesta Imperiale, e anche per chiarire la verita. Ugualmente, la Corona e il berretto arciducale di cui sono adorne le due torri al di sopra e al di sotto hanno questi significati: il berretto arciducale vuol dire che Giulio e Nerone Imperatori chiamarono l’Arciducato d’Austria libero principato e Marca di Levante; e da tale Marca derivo il lodevole Regno d’Ungheria, che un tempo era chiamato Sicambria, come puo essere rilevato chiaramente dalla figura femminile di Sicambria, ritratta nella discendenza di sangue, posta in basso, in mezzo alle altre tre raffigurazioni femminili. E la Corona significa il valore, la lode e l’onore dei Principi d’Asburgo, ora d’Austria, come e spiegato ampiamente in altri libri. In questa porta dell’onore vi sono ancora altri ornamenti, dei quali molto dovrebbe essere scritto, che qualsiasi osservatore potra spiegare e interpretare, e che io, per brevita, ora tralascio.
BIBLIOGRAFIA
G. Gobber, I testi della Porta dell’Onore di Massimiliano I, in Le finzioni del potere. l’arco trionfale di Albrecht Dürer per Massimiliano I d’Asburgo tra Milano e l’impero, a cura di A. Alberti, R. Carpani, R. Ferro, Milano, Officina Libraria, 2019, pp. 91-94.