L’Arco di Massimiliano I è un’impresa corale: anche se è certo che all’imperatore Massimiliano I vada riferita la paternità piena della Porta dell’Onore, un gruppo di raffinati intellettuali ed artisti parteciparono all’impresa contribuendo a realizzare un’opera che ancor oggi conserva intatto il suo fascino. L’opera stessa mostra la sua complessa autorialità mostrando in basso a destra gli stemmi dei tre suoi artefici principali : Johannes Stabius, Jörg Kölderer e Albrecht Dürer. Ad essi abbiamo voluto aggiungere una breve nota anche su Willibald Pirckheimer, figura di spicco della corte e ispiratore di alcune ideazioni simboliche dell’arco.
Il regno di Massimiliano è ricordato come la prima età dell’Umanesimo germanico, una fase di studi pionieristici e progressivi ampliamenti culturali, a ridosso della grande e tormentata stagione della Riforma. Più che di puro mecenatismo, nel caso di Massimiliano, si è tuttavia scritto di un interessato attaccamento al sapere letterario e artistico. Tra le iniziative culturali di maggior valore si ricorda nel 1497 la chiamata all’Università di Vienna dell’‘Arci-umanista’ (Erzhumanist) poeta e matematico Conrad Celtis (1459-1508), già incoronato con l’alloro dal padre di Massimiliano Federico III a Norimberga nel 1487. Nel 1491-91 aveva assunto la cattedra di matematica all’Università di Ingolstadt, dove aveva conosciuto il professore Andreas Stiborius e l’allievo di questi, Johannes Stabius (ante 1468-1522), destinato a divenire l’autore centrale della Porta dell’Onore.
A lui si deve, insieme ad altri storici di corte la redazione della Genealogia di Massimiliano I, la discutibile ricostruzione della famiglia asburgica rintracciata nelle sue leggendarie origini troiane . Johannes Stabius (ca. 1468-1522), poeta, matematico, astronomo, astrologo, geografo e storiografo di corte, è responsabile anche del complesso programma della Processione Trionfale, che occupò, come la Porta dell’Onore, la progettazione di Massimiliano fino alla morte, con la stessa chiara finalità eternatrice. Non si potrebbe comprendere la fitta intelaiatura simbolica delle decorazioni della Porta dell’Onore prescindendo dalla collaborazione tra Stabius e Willibald Pirckheimer (1470-1530).
Discendente da una ricca famiglia patrizia di Norimberga, città che rappresenterà nei suoi consistenti incarichi pubblici, aveva combattuto nel 1499 come capitano durante la guerra Svizzera, redigendo un resoconto De bello helvetico e, soprattutto, stringendo un legame personale con Massimiliano. Fu un umanista, un politico e un giurista tedesco. Traduttore di vari autori greci e latini, è da ricordarsi soprattutto per la sua versione latina di Orapollo, depositata in un manoscritto illustrato da Durer e donato a Massimiliano. Inoltre è nelle pagine degli Opera che si ospitarono le trascrizioni dei testi dell’Arco, nonché la traduzione latina della clavis di Stabius.
A Kölderer sono ascritti i primi disegni generali dell’opera. Per quanto poco conosciuto Kölderer doveva essere una figura di riferimento se Massimiliano gli aveva affidato ad Innsbruck la decorazione della torre sud dell’Hofburg, decorata con stemmi dei possedimenti dell’impero. All’artista e alla sua bottega sono attribuiti anche gli schizzi e le miniature in preparazione della serie dei Santi legati alla famiglia dell’imperatore. Il fatto che lo stemma di Kölderer abbia dimensioni maggiori di quello di Dürer viene considerato in relazione alla posizione del pittore e architetto alla corte di Massimiliano (a Innsbruck) dove aveva avuto l’occasione di prendere parte alle prime fasi del progetto, attraverso un confronto diretto con il teorico Stabius.