L’esemplare dell’Arco conservato alla Braidense entrò nelle collezioni della biblioteca in seguito ad un acquisto avvenuto nell’asta della libreria antiquaria Ulrico Hoepli Hoepli del 12-14 aprile 1927.
L’esemplare acquistato mostrava la struttura architettonica nella sua interezza: i fogli erano montati su un unico supporto, caso unico nelle collezioni pubbliche italiane. A Nathalie Ravanel, che ha curato l’intervento di restauro sull’opera nel 1994, dobbiamo un resoconto dello stato dell’esemplare: l’arco era “incollato su un’unica tela di cotone fissata in alto ed in basso a due bastoni di legno lunghi circa 3 metri, montaggio tipico delle carte geografiche e di altri tipi di opere su carta di grandi dimensioni per poterli appendere facilmente. La stampa composta di numerosissimi fogli, pezzi e pezzetti era stata incollata su due supporti di carta fabbricata a macchina prima di essere montata sulla tela, successivamente arrotolata attorno ai bastoni di legno e conservata con cura all’interno di una cassa di legno. L’arrotolamento stretto della stampa attorno ai bastoni aveva provocato un irrigidimento della carta e lo stacco di numerosi pezzi in corrispondenza delle attaccature dei diversi fogli”.
Agli inizi del Novecento, l’Arco era stato oggetto di un restauro eseguito con grande cura, che aveva cercato di riportare la stampa al suo stato originario, rimediando ai danni subiti dalla carta e tentando di nascondere le lacune presenti con integrazioni a penna, che riproducevano con cura i tratti dell’originale. I due fogli mancanti alle estremità della base dell’Arco furono integrati da due disegni realizzati a penna, così come il foglio con il trombettiere che sta sull’orlo del cornicione in alto, integrato con un disegno che copia fedelmente l’originale.
Il restauro del 1994 ha mantenuto le integrazioni a penna novecentesche, eseguite con inchiostro di china indelebile sulla carta che chiude le lacune. Si è ritenuto che esse fossero parte della storia esterna dell’esemplare e che fossero state realizzate con rispetto dell’originale, cui non si sovrappongono mai nei punti in cui gli si accostano per completarlo. L’analisi dei fogli ha permesso di identificare le tre filigrane presenti – la K inscritta in un cerchio, un serpente e tre monti sormontati da una croce inscritti in uno scudo sagomato, riconoscendo che la carta risale alla seconda metà del Cinquecento. Attualmente l’intera opera risulta divisa in 24 tavole.
Delle tre “edizioni” individuate per l’Arco ( Norimberga 1517-1518 – con una ristampa intorno al 1526-1528 – , Vienna 1559, Vienna 1799), l’esemplare braidense, se pure con alcune varianti, va riferito alla “seconda edizione”, richiesta dall’arciduca Carlo, figlio di Ferdinando (nipote di Massimiliano), che riporta il riferimento all’incisore e stampatore Raphael Hofalter di Vienna e la data 1559.
Bibliografia
Donatella Falchetti, L’Arco di Massimiliano alla Biblioteca Nazionale Braidense in Le finzioni del potere. l’Arco trionfale di Albrecht Dürer per Massimiliano I d’Asburgo tra Milano e l’impero, a cura di A. Alberti, R. Carpani, R. Ferro, Milano, Officina Libraria, 2019, pp. 88-90.