L’ultima Parte considerata nella Clavis è costituita dal complesso apparato simbolico che costella l’Arco e che costituisce un suo fondamentale elemento di lettura: si tratta della Parte alla quale, probabilmente, Dürer contribuì di più. Per la lettura di questa Parte risulta particolarmente utile il testo di Stabius, anche a causa del fatto che si tratta di elementi per nessuno dei quali è presente, sull’Arco stesso, un’iscrizione che ne faciliti la lettura allegorica.
Nei piedistalli della Porta dell’Onore sono rappresentati due arciduchi d’Austria, con gli alfieri che porgono loro vessilli e corazze: quello a sinistra rappresenta «l’amministrazione della giustizia, anche per mantenere territorio e popolo in pace e quiete, agendo contro i malvagi», mentre quello a destra, in abiti civili, l’imparzialità nella giustizia («si deve riconoscere e attribuire una giusta sentenza tanto al povero quanto al ricco»). Sulla parte bassa delle colonne binate, quasi come sui portali di una cattedrale, sono due santi, identificabili anche grazie ai cartigli posti ai loro piedi: sant’Arnolfo sulla sinistra e san Leopoldo sulla destra.
Nelle colonne sopra gli arciduchi, incatenate all’altezza del collo, a testimonianza del fatto che i loro influssi negativi sono trattenuti durante il giusto governo dell’Imperatore, sono tre sirene su ciascun lato, «cagione delle comuni avversità di questo mondo». Più esternamente, alla base delle colonne maggiori sono sei Arpie sempre tre per parte che esibiscono stemmi e strumenti musicali: da queste Arpie «si desume che l’Imperatore Massimiliano ha coltivato i suoi cospicui beni ai fini dell’onore e non si e mai lasciato soverchiare da passioni insane». Sui capitelli che coronano le quattro coppie di colonne principali sono raffigurati, stanti, i quattro Re e Imperatori che «hanno reso vieppiù illustre la lodevole casa d’Austria»: Alberto I il Vittorioso, Alberto II il Felice, Federico III e Rodolfo I il Bellico. Le loro particolari virtù fanno sì che essi siano rappresentati ciascuno due volte – nella Genealogia che sovrasta il fornice centrale e, appunto, al di sopra dei capitelli.
Sopra ad ognuno di questi è un grifone, «che l’Imperatore Massimiliano ha eletto a divisa o livrea della propria Maestà». I grifoni sopra ai capitelli delle colonne del fornice centrale reggono le insegne dell’Ordine del Toson d’Oro – il motivo torna nelle cuspidi dei due corpi laterali, nelle quali è rappresentato, appeso, il mitico vello d’oro al quale il nome dell’Ordine si riferisce. Il Grifone a sinistra regge un melograno, i cui rami costruiscono tra l’altro la Genealogia della parte centrale dell’Arco, mentre quello di destra regge un cartiglio recante il motto dell’Imperatore: «Halt Maß» («Tieni misura»). Al di sopra delle raffigurazioni del vello d’oro sono due Cupidi «figli di Venere, i quali annunciano, come in un’ovazione, che questo Imperatore Massimiliano ha compiuto molte imprese, e presso gli antichi Romani questo era un onore, quasi pari a un trionfo», ai quali sono affiancate altre due coppie di Cupidi con le trombe. L’Arco è costellato di fuochi e fiamme, «fatti per dar luce a tutto l’onore e lode di questa Maestà Imperiale, e anche per chiarire la verità».
Dopo aver brevemente considerato alcuni altri elementi simbolici che ornano l’Arco, la Clavis si interrompe in modo quasi brusco: «vi sono ancora altri ornamenti, dei quali molto dovrebbe essere scritto, che qualsiasi osservatore potrà spiegare e interpretare, e che io, per brevità, ora tralascio».
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