In una delle scene che ornano la torre laterale destra dell’Arco, Massimiliano I è rappresentato mentre prende parte ad un torneo. La didascalia sotto l’immagine commenta la scena, mettendo in rilievo come queste queste attività contribuiscano alla gloria e alla fama del sovrano:
“Si è dedicato ai tornei cavallereschi / E vi ha mostrato anche grande entusiasmo /Posso dirlo per davvero, / come prima di lui nessun principe/ ha fatto e tutto questo con tale scherzo / che gli venne lode, onore e felicità.”
(traduzione di Giovanni Gobber)

L’immagine e il testo inseriscono esplicitamente dunque dentro l’arco il riferimento al mondo della festa, esperienza di grande rilievo nella vita delle società europee in età moderna e a cui Massimiliano si dedicò con particolare passione. Sappiamo infatti che il sovrano promuoveva dentro la sua corte cerimonie e festeggiamenti, seguendo la sua inclinazione personale. Banchetti, cacce, feste in maschera, tornei e danze costituivano momenti frequenti nel cerimoniale di corte. Giullari, menestrelli, musici, divertivano dame e cavalieri, che condividevano con Massimiliano la passione per la musica e le arti. Feste e tornei non mancano nelle tre opere Theuerdank, Weisskunig e Freydal, nelle quali la figura di Massimiliano , in modo idealizzato ed epico, appare in controluce come un modello di virtù morale, religiosa, guerriera e politica.
Ma la Porta dell’Onore partecipava in modo indissolubile alla cultura della festa per la sua stessa struttura: l’architettura anticheggiante a tre fornici richiamava gli apparati effimeri in forma di arco che cominciarono a diffondersi a partire dalla seconda metà del Quattrocento in particolare nelle entrate solenni dei regnanti nelle città, anche se la struttura non fu costruita per una specifica occasione festiva e dunque non si legava ad un festeggiamento realmente avvenuto.
APPROFONDIMENTI