Massimiliano I d’Asburgo: l’elezione e le prime campagne.

Dopo la morte di Federico III, avvenuta a Linz il 19 agosto 1493, Massimiliano I, già Re dei Romani, ottenne l’investitura ad imperatore. Tra le prime cose che egli fece, fu quella di lasciare la Borgogna al figlio Filippo, che ottenne la piena sovranità riconosciutagli anche dall’appoggio del popolo. Massimiliano intanto aveva ottenuto in eredità dal cugino Sigismondo il territorio del Tirolo ed era tornato ad Innsbruck, in Austria, dopo averne cacciato il re ungherese Mattia Corvino. Va detto che nello stesso 1493, Massimiliano sposa Bianca Maria Sforza, figlia del duca di Milano, Galeazzo Maria Sforza, dalla quale non otterrà eredi in quanto ella sterile.

L’esperienza italiana di Massimiliano I: la Lega di Venezia e la convocazione della Dieta di Worms.

Una volta eletto imperatore, Massimiliano I aderì alla Lega di Venezia: ne facevano parte la Spagna, lo Stato Pontificio e i maggiori stati italiani. L’obiettivo di tale Lega era quello di contrastare la discesa in Italia dei francesi guidati da Carlo VIII. Affinché potesse scendere in Italia, Massimiliano aveva bisogno di denaro al fine di organizzare un esercito. Fu così che decise di convocare una Dieta composta da Grandi Elettori, nonché rappresentanti e Principi delle grandi città imperiali. Oltre ai dovuti proventi in denaro perché egli potesse scendere in Italia, la Dieta di Worms doveva fornire a Massimiliano l’opportunità di rinnovare l’apparato statale. Ottenne ciò con la Riforma imperiale.

Nel 1495 e tre anni dopo, nel 1498, Massimiliano I scese in Italia, senza però ottenere dei risultati rilevanti.

Una volta tornato in territorio imperiale, Massimiliano continuò il suo impegno con la Dieta di Worms, la quale aveva introdotto non solo una tassa (il gemeiner Pfennig) al fine di finanziare le guerre in Italia e contro l’impero Ottomano volte dallo stesso Massimiliano, ma anche il cosiddetto Landfrieden perpetuo: un accordo che sanciva la rinuncia, da parte del signore di un territorio, all’esercizio dell’uso della forza per avvalere i propri diritti e che aveva lo scopo di porre fine alle guerre private, le stesse cui era chiamato a vigilare un tribunale apposito che prende il nome di Reichskammergericht.

La guerra svizzera o guerra sveva.

Dell’impero faceva parte la Confederazione delle città svizzere, che rifiutò di riconoscere la decisione della Dieta di Worms. A seguito di numerose incomprensioni tra i sostenitori dell’imperatore e i membri della Confederazione , nel 1499 gli svizzeri attaccarono i mercenari al servizio di Massimiliano, sconfiggendo ben presto le truppe di quest’ultimo e penetrando nel Leichtestein e poi fin giù al lago di Costanza. C’è da dire che quelle dell’esercito svizzero furono solo incursioni: le truppe infatti rientrarono ogni volta nei propri confini. Ciò nonostante molte furono le volte che proprio l’esercito svizzero si incontrò con l’esercito imperiale ottenendo numerose vittorie e spesso sconfiggendolo definitivamente. Agli inizi di aprile del 1499, Massimiliano, una volta convocata la dieta a Magonza, decise di dichiarare guerra alla confederazione. Entrambe le parti iniziarono numerosi saccheggi lungo le sponde del Reno. Le truppe asburgiche riuscirono a penetrare nel Thurgau e li ottennero una pesantissima sconfitta entrando in contatto con l’esercito svizzero. Proprio le innumerevoli vittorie svizzere spinsero Massimiliano a cambiare fronte e a spostare il suo esercito nella Val Monastero. Nella testa di Massimiliano c’era la speranza di cogliere gli svizzeri impreparati a tale mossa ma nella battaglia che ne seguì ( detta della Calva), l’impero ottenne nuovamente un’ ulteriore sconfitta con una perdita di circa 50.000 uomini. A tale battaglia ne susseguirono altre e tutte negative per le truppe imperiali. Davanti a ciò, Massimiliano fu spinto a stipulare una pace con gli svizzeri: il 22 settembre a Basilea. Ne seguì l’indipendenza della Svizzera.

Guerra sveva, arco di Massimiliano I, Bibl. Naz. Braidense
Die schweytzer kriegten mit dem pundt
Das ward dem edlen künig kunndt
Er tzog gar pald aus nyderland
Also den krieg auch uberwand D
an er dem pundt ist gantz geneigt
An dem sein trew auch offt ertzeigt.
Gli Svizzeri entrarono in guerra con la lega.
Questo fu reso al nobile re noto.
Presto egli mosse dai Paesi Bassi.
E così vinse anche la guerra
Quindi egli è ben disposto verso la lega
Cui spesso fiducia ha manifestato.
(Trad. G. Gobber)

La Lega di Cambrai e l’incoronazione di Massimiliano in Italia

Dal 1508, Massimiliano si concentrò maggiormente sull’Italia, dove, in quello stesso anno era in corso il conflitto tra Papa Giulio II e la Repubblica di Venezia, le cui mire espansionistiche nella penisola italiana intimorivano il pontefice e i sovrani europei, che decisero di unirsi nella lega di Cambrai con lo scopo di invadere militarmente la Repubblica veneziana e obbligarla a cedere i territori conquistati, tra cui la Romagna.

Il principale obiettivo di Massimiliano rimaneva quello di ottenere l’incoronazione da parte del Papa. A causa dell’inimicizia con Venezia, in seguito alla formazione della Lega di Cambrai a cui aveva aderito anche l’Impero, però, a Massimiliano fu vietato di transitare nella Pianura Padana e pensò, quindi, che fosse l’occasione propizia per occupare il Cadore.

Nel frattempo, Massimiliano si recò a Trento, volendola mantenere fuori dall’orbita veneziana, e immediatamente, entrato nel Duomo della città, si fece proclamare imperator romanus electus dal vescovo Matthaus Lang. Si trattò della prima incoronazione imperiale approvata da un pontefice ma non effettuata dal medesimo.

ANTEFATTI ALLA LEGA DI CAMBRAI

Approfittando della momentanea debolezza dello Stato Pontificio per la morte in circostanze sospette di papa Pio III, Venezia espanse i suoi domini in Romagna; fu così che il successore al soglio pontificio, papa Giulio II, volendo riconquistare le terre romagnole chiese aiuto alle potenze europee che, come è facile immaginare, avrebbero ottenuto qualcosa in cambio.

Francia e Sacro Romano Impero accettarono la richiesta d’ aiuto per ottenere una parte dei territori veneziani, il riconoscimento di Luigi XII come duca di Milano e il matrimonio concordato tra la figlia del re francese e Carlo d’ Asburgo.

Al rinnovo del trattato fra le potenze nel 1505, Venezia decise di lasciare alcune città romagnole tenendo per sé solo Rimini e Faenza, ma fu solo un palliativo in quanto papa Giulio II voleva indietro tutti i suoi terreni romagnoli, nessuna città esclusa.

Per quanto riguarda Massimiliano I d’Asburgo sappiamo che fu incoronato imperatore nel duomo di Trento dal suo cancelliere-vescovo Matthaus Lang in quanto impossibilitato a raggiungere Roma per l’ incoronazione da parte del papa. Anche se può sembrare un fatto non rilevante va tenuto presente che l’ incoronazione ad imperatore avvenne non per mano del papa in persona ma da un suo delegato ed è opportuno sottolineare come una celebrazione tanto sacra ed ambita sia a questo punto quasi dissacrata.1

1)Da tener presente la ben più nota autoincoronazione di Napoleone Bonaparte circa trecento anni dopo.

Massimiliano I a quel punto cominciò la sua discesa in Italia penetrando i territori veneziani, ma la sua fu un’ iniziale cocente sconfitta anche perché gli uomini e il denaro che furono stabiliti alla dieta di Costanza non arrivarono che in minima parte. Fu così che l’ 11 Giugno 1508 il neoimperatore si ritirò a Trento.

LEGA DI CAMBRAI

Nel contesto europeo, ad inizio Cinquecento, la Serenissima rappresentava una potenza sia per mare che per terra: la lega di Cambrai fu costituita proprio in funzione antiveneziana. Inizialmente fu un’ alleanza militare firmata a Cambrai il 10 Dicembre 1508 da Francia ed Impero ma ne entrarono a far parte ben presto anche i ducati di Ferrara e Savoia, il marchesato di Mantova, la Spagna, l’ Inghilterra e all’ ultimo si aggiunse anche lo Stato Pontificio.

Obiettivo di questa coalizione a livello europeo era la relegazione della Repubblica di Venezia a staterello di minore importanza che avrebbe limitato i suoi possedimenti alla laguna veneta. Incredula che questa alleanza potesse funzionare per disparità enormi tra gli alleati stessi, Venezia perse le speranze di un fallimento della Lega di Cambrai dopo che papa Giulio II si unì alle superpotenze europee.

Ogni stato avrebbe ottenuto i suoi territori a guerra finita: il ducato di Ferrara e il marchesato di Mantova sarebbero rientrati in possesso dei territori limitrofi, il ducato di Savoia avrebbe ottenuto l’ isola di Cipro, la Spagna avrebbe riconquistato i porti pugliesi mentre la Francia sarebbe avanzata in quei territori che corrispondono oggi al Piemonte e alla Lombardia e l’ Impero di Massimiliano I avrebbe ottenuto il Friuli e l’ Istria che era l’ unico sbocco sul mare di tutto l’ impero.

Inevitabile e umiliante fu la clamorosa sconfitta dei veneziani sulla terraferma: venne letteralmente schiacciata dalla Francia a nord-ovest, dall’ Impero a nord-est e a sud dallo Stato Pontificio.

Le potenze europee furono coadiuvate dai nobili di molte città del nord Italia che speravano ingenuamente in un miglioramento della loro condizione sotto Massimiliano d’ Asburgo, in particolare possiamo ricordare la grande ostilità che nutriva Padova nei confronti della Serenissima.

Al raggiungimento dei propri obiettivi territoriali Spagna, Francia e Stato Pontificio si tirarono indietro lasciando Massimiliano I solo a fronteggiare la Repubblica veneziana in Friuli. Fu proprio grazie alla ritirata delle altre potenze europee che l’ esercito veneziano potè riorganizzarsi al meglio sotto il futuro doge Andrea Gritti per fronteggiare l’ Impero non permettendo a Massimiliano I di raggiungere i suoi obiettivi.

EPILOGO

Una volta che il pericolo veneziano fu accantonato papa Giulio II guardava al problema francese nel nord Italia quasi come un’ invasione barbara. Ecco che la situazione si stava ribaltando: lo Stato Pontificio non avrebbe permesso alla Repubblica veneziana di dominare incontrastata nel nord Italia, ma nemmeno alla Francia che, combattendo a fianco dello Stato Pontificio, avrebbe così preso le veci della Serenissima in termini di territori.

Data la situazione instabile papa Giulio II decise di ritirarsi dalla Lega di Cambrai e visto che era proprio lo Stato Pontificio cardine di tale Lega, venne meno l’ intera alleanza militare di livello europeo. Giulio II pensò allora ad una “Lega Santa” in funzione antifrancese che siglò con Spagna, Inghilterra, cantoni svizzeri, Repubblica di Venezia nel 1511 mentre Massimiliano I vi aderì solo nel 1512.

APPROFONDIMENTI